venerdì 10 dicembre 2010
PERFEZIONISMO
Distorsione cognitiva in cui sia la persona che gli altri devono essere perfetti e se questo non avviene, la persona in questione si irrita e se la prende moltissimo, anche per cose di poco conto (ad esempio dimenticare di mettere il pane in tavola quando si apparecchia).
IPERGENERALIZZAZIONE
Distorsione cognitiva in cui una persona considera un solo evento negativo e ne ricava una regola generale senza averne mai comprovato la validità. Il pensiero e il linguaggio sono contraddistinti da espressioni ricorrenti e generalizzanti come "sempre", "mai", "nessuno", "tutti" ("è sempre colpa mia", "non va mai bene niente", "nessuno mi capisce", "tutti se ne fregano").
PENSIERO "TUTTO O NULLA"
Distorsione cognitiva in cui le cose sono viste o bianche o nere in maniera rigida, assoluta e irreparabile. Ad esempio, se una prova (esame, compito lavorativo, gara sportiva, ecc) non raggiunge la massima perfezione, ecco che la persona si sentirà un totale fallito che non potrà mai fare di meglio.
PERCEZIONE SELETTIVA
Distorsione cognitiva in cui si applica un vero e proprio "filtro mentale" concentrandosi su un singolo dettaglio negativo e ignorando tutto il resto, tanto che tutta la visione della realtà diventa negativa. Ad esempio, se una persona a una festa in cui si diverte e riceve molti complimenti, trova qualcuno che non mostra di apprezzare il suo vestito, quest'unico commento negativo sarà sufficiente a rovinare la serata.
RICERCA DI APPROVAZIONE
A tutti fa piacere ricevere l'approvazione altrui, ma quando una persona deve essere sempre e continuamente amata e approvata dagli altri, altrimenti la vita per lei diventa terribile, si tratta di una distorsione cognitiva il cui risultato è quello di compromettere i propri bisogni pur di guadagnare l'approvazione altrui.
RIDUZIONISMO
Distorsione cognitiva in cui si evita di guardare le cause complesse o i potenziali benefici di una situazione. Al contrario, si riduce il tutto a una semplice causa e a una sola conseguenza.
SQUALIFICA POSITIVA
Si tratta di una distorsione cognitiva in cui la persona rifiuta le esperienze positive sostenendo che "non hanno importanza". In questo modo la persona mantiene una convinzione negativa, anche se essa viene smentita dalle circostanze di tutti i giorni. Questo atteggiamento priva la persona della gioia di vivere, lasciandolo profondamente insoddisfatta.
SINDROME DI OTELLO
Anche chiamata gelosia morbosa, prende il nome dal famoso personaggio shakespeariano che uccide l'amata moglie Desdemona per un tradimento mai commesso. Si tratta di una convinzione delirante (cioé non reale) che il proprio partner sia o sia stato infedele. Si verifica più spesso negli uomini che nelle donne, può insorgere da sola o come sintomo di schizofrenia, abuso di alcol o cocaina ed è molto pericolosa perché può portare a comportamenti persecutori (stalking) e violenti.
SINDROME DI MUNCHAUSEN
Anche conosciuta come dipendenza da ospedale, appariene alla categoria dei disturbi fittizi. Consiste nell'invenzione ripetitiva di una malattia fisica (in genere acuta, teatrale e persuasiva) da parte di una persona che ne simula i sintomi e che vaga da un ospedale all'altro per farsi curare. La persona può anche ferirsi di proposito per essere ricoverato. A differenza di quanto avviene nella simulazione, non sembra esserci alcun guadagno secondario (ad esempio i soldi dell'assicurazione), ma la motivazione è quella di assumere il ruolo del paziente ed essere curato. Deve il suo nome a un personaggio letterario, il barone di Munchausen, famoso per le sue fantasiose menzogne. Esiste anche la variante della Sindrome di Munchausen per procura in cui una persona (di solito la madre) induce o causa intenzionalmente una malattia al proprio figlio o a un'altra persona a lei cara, utilizzandola per colmare il proprio bisogno di interpretare il ruolo della persona malata. Si tratta di una diagnosi controversa dall'inadeguata validazione.
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