- Rizzolatti, Sinigaglia, So quel che fai, ed. Raffaello Cortina, 2006
- Rizzolatti, Vozza, Nella mente degli altri. Neuroni specchio e comportamento sociale, Zanichelli, 2007
- Iacobozzi, I neuroni specchio. Come capiamo ciò che fanno gli altri, Bollati Boringhieri, 2008
martedì 9 giugno 2009
I neuroni specchio
Negli anni novanta è stata fatta una delle scoperte più importanti e rivoluzionarie nell'ambito delle neuroscienze. Si tratta della scoperta, tutta italiana, dei "neuroni specchio". Il professor Giacomo Rizzolatti dell'Università di Parma e la sua équipe, nel corso di esperimenti con le scimmie macaco, si sono accorti per caso che i neuroni localizzati nell'area visuo-motoria della corteccia cerebrale (cioé quelli legati al movimento) si "accendevano" sia quando la scimmia stava svolgendo un determinato compito, ma anche quando stava solamente osservando un'altra scimmia compiere quella medesima azione.
Questi neuroni, dapprima chiamati "monkey see-monkey do" ("scimmia vede-scimmia fa"), sono stati ribattezzati "neuroni specchio" perché, proprio come uno specchio, quando osserviamo un'azione o l'espressione di un'emozione da parte di un'altra persona, noi generiamo automaticamente una sorta di simulazione incarnata, un "rispecchiamento" appunto, che riproduce in noi le stesse intenzioni alla base delle azioni o degli stati emotivi che stiamo osservando. Detta così sembra una cosa molto astratta, ma il sistema dei neuroni specchio non sarebbe altro che la base neurofisiologica della nostra capacità di metterci in relazione con gli altri. Da esso dipendono il comportamento sociale, la capacità di riconoscere le emozioni e di intuire le intenzioni che sottostanno alle azioni altrui, nonché l'empatia, ovvero ciò che ci permette di immedesimarci negli altri. In altre parole, dipenderebbe da questa specifica classe di neuroni se piangiamo perché la protagonista del film che stiamo guardando muore o se ci arrabbiamo perché un avversario ha fatto un fallo al nostro calciatore preferito. Questa reazione di risonanza emotiva è più significativa con gli appartenenti alla stessa specie ed è per questa ragione che, ad esempio, nei cartoni animati gli animali o i robot vengono antropomorfizzati per facilitare l'immedesimazione e la simpatia del pubblico (umano, per l'appunto).
Noi osserviamo gli altri e ci rispecchiamo in loro, capiamo i loro stati d'animo e intuiamo le loro intenzioni e grazie a questi processi fondamentali siamo in grado di interagire con le altre persone in maniera appropriata e contestuale. I neuroni specchio sarebbero quindi basilari nella costruzione delle competenze sociali e potrebbero anche fornire una spiegazione biologica alle difficoltà relazionali che si riscontrano nell'autismo.
L'individuazione dei neuroni specchio ha prodotto il fiorire di un gran numero di studi, suscitando enorme interesse anche tra i non adetti ai lavori. La portata innovativa di questo filone di ricerca è tale da andare ben oltre i confini delle neuroscienze o della psicologia, e da coinvolgere anche discipline come la pedagogia, la filosofia e l'arte.
I neuroni specchio svolgerebbero infatti un ruolo primario nell'apprendimento per imitazione. Quando noi dobbiamo apprendere una sequenza di azioni, anche molto complesse, che si tratti di imparare un passo di danza o a suonare uno strumento, quello che chiediamo a chi ci insegna è "fammi vedere come fai". Per capire quanto sia più rapido e vantaggioso l'apprendimento per imitazione pensate al computer o al videoregistatore: quanto è più facile imparare le stesse cose vedendole semplicemente fare prima da un altro piuttosto che studiandole dal manuale!
Nel dibattito filosofico, invece, i neuroni specchio portano un contributo innovativo per quanto riguarda il problema della coscienza e della teoria della mente. Ci sono tante cose che ancora non sappiamo sulla mente e la coscienza umane. Come le trasformazioni elettrochimiche del cervello producano l'incredibile varietà e complessità del nostro vissuto è il mistero più grande ed affascinante. Per riassumere potremmo dire che esistono due grandi filoni di pensiero: uno riduzionista, che ritiene che la mente è il cervello e uno non riduzionista, che ipotizza invece l'esistenza di processi psichici che mediano tra l'attività cerebrale e i dati di coscienza.
Per quanto riguarda infine le discipline artistiche, i neuroni specchio renderebbero possibile la risonanza emotiva della fruizione di un'opera d'arte, dando una spiegazione scientifica a ciò che teatro, danza, letteratura, musica e pittura fanno da sempre: emozionarci.
Per saperne di più sui neuroni specchio guarda questo video.
Letture consigliate:
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento