sabato 9 maggio 2009
Perché andare in terapia?
Perché si è alla ricerca di un equilibrio migliore, perché non si sa cosa si vuole o come fare ad ottenerlo, perché ci si sente spettatori impotenti della propria vita, perché ci si sente schiavi e non padroni del proprio tempo, perché non si hanno relazioni soddisfacenti o si ripetono sempre gli stessi errori con persone e in situazioni diverse, ma ci si rende conto della propria condizione di insoddisfazione e disagio e si è intenzionati a cambiarla e a chiedere aiuto.
Perché sono tante le situazioni stressanti e problematiche che capita normalmente di affrontare nell'arco della vita in cui si ha bisogno di sostegno psicologico: nell'adolescenza, nel lavoro, nella coppia, nell'essere genitori o nel non riuscire a diventarlo o nell'avere figli adottivi, nell'evenienza di un lutto o di una malattia grave.
Perchè ci si sente ansiosi, stressati, infelici, angosciati, depressi o si sente di non essere più quelli di una volta e di aver perso interesse per la vita, per se stessi e per gli altri.
Perchè si ha un rapporto sofferto e problematico con il cibo, il proprio corpo e l'immagine di sé, diventando ossessionati dal calcolo delle calorie e dal controllo del peso o abbuffandosi di nascosto oppure provocandosi il vomito.
Perché si soffre da tempo di disturbi fisici (mal di testa, disturbi gastro-intestinali, insonnia, dermatiti, spossatezza, impotenza, ecc.) senza che i controlli medici abbiano rilevato alcuna malattia o disfunzione a livello organico.
Perchè si svolge un lavoro che espone in maniera prolungata ad alti livelli di stress, e quindi al rischio di burnout (sindrome caratterizzata da sensazione di "esaurimento emotivo", scarso rendimento, perdita di motivazione sul lavoro e depersonalizzazione che colpisce soprattutto le professioni socio-sanitarie e gli insegnanti).
Perché si è vissuto un evento traumatico (un'incidente stradale o una calamità naturale come il terremoto) o una condizione persistente di notevole stress emotivo (ad esempio una separazione conflittuale durata anni) o deprivazione (come un'ospedalizzazione prolungata).
Perché si è oggetto di atti persecutori (stalking), o di abusi e maltrattamenti sul lavoro (mobbing) oppure in famiglia (violenza domestica).
Perché, infine, si abusa di sostanze come l'alcol o le droghe o si dipende in maniera incontrollabile e patologica dalle scommesse, dal gioco d'azzardo o dallo shopping compulsivo.
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